San Materno e Lucia

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S. Materno e Lucia

Piazza Padre Frà Cristoforo, 1 23900 Lecco LC

Orari Messe

  • Lunedì-Venerdì: 18
  • Sabato: 17
  • Domenica e Festivi: 8, 11:15

Info

La Chiesa dei Santi Materno e Lucia, situata nel quartiere di Pescarenico a Lecco, è un edificio sacro di grande rilevanza storica e culturale. Questo luogo non solo rappresenta un esempio significativo di architettura religiosa, ma è anche strettamente legato alla storia letteraria italiana grazie al celebre romanzo “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. La chiesa, infatti, viene menzionata come il convento di Fra Cristoforo, uno dei personaggi più noti dell’opera.

Storia

La costruzione della chiesa risale al 1576 per volere di San Carlo Borromeo e fu realizzata dal governatore della piana di Lecco, Hurtado de Mendoza, cavaliere di Sant’Jago. Inizialmente, l’edificio fu destinato a servire come luogo di culto per l’adiacente Convento dei Frati Cappuccini di Pescarenico, un ordine francescano. La chiesa, insieme al convento, era dedicata a San Francesco d’Assisi.

Durante i secoli, la chiesa ha subito numerose trasformazioni. Nel 1789, durante l’invasione francese, l’edificio fu convertito in caserma, e nel 1810, sotto il dominio di Napoleone Bonaparte, il convento fu soppresso e venduto a privati. In questo periodo, la chiesa fu ridedicata a San Materno e successivamente, durante i lavori di ristrutturazione tra il 1824 e il 1834, anche a Santa Lucia, probabilmente in omaggio a Manzoni. Nel 1940, sia la chiesa che l’ex convento furono dichiarati monumenti nazionali da Re Vittorio Emanuele III. L’ultimo restauro significativo avvenne nel 1981.

Struttura Architettonica

Esterno

La chiesa dei Santi Materno e Lucia si affaccia su Piazza Padre Cristoforo, una collocazione che sottolinea ulteriormente il legame con la figura manzoniana. La facciata dell’edificio è un esempio di sobrio neoclassicismo, caratterizzato da quattro lesene con capitelli ionici e un timpano triangolare. Una finestra bifora centrale e due finestre laterali completano la facciata, conferendole un aspetto equilibrato e armonioso.

Alla destra della chiesa si trova l’ingresso all’antico convento, mentre sulla sinistra sorge una cappella dedicata ai caduti delle guerre mondiali, sulla quale è situata la torre campanaria costruita nel XX secolo. Accanto a essa si trova il “Campaniletto”, un campanile triangolare del Settecento, recentemente restaurato dopo essere stato danneggiato da un fulmine nel 1713.

Di fronte alla chiesa, un ossario del 1699 ricorda le vittime della peste del 1630, evento tragico descritto da Manzoni. L’ossario contiene teschi umani visibili attraverso una finestra ferrata, un macabro ricordo della storia sanitaria della regione.

Interno

L’interno della chiesa rispecchia la semplicità francescana, con una navata unica e un soffitto a capanna. Tuttavia, dopo la soppressione del convento, furono aggiunte diverse cappelle lungo il lato sinistro, arricchendo l’interno con preziosi arredi e opere d’arte. L’altare maggiore, datato XVI secolo, è uno degli elementi più antichi e rappresentativi.

Le decorazioni del soffitto, eseguite all’inizio del Novecento da Luigi Tagliaferri, presentano motivi a finti lacunari intervallati da tondi con figure di angeli musicanti e riquadri raffiguranti le Virtù e gli Evangelisti. Questi elementi decorativi conferiscono all’interno un aspetto solenne e suggestivo.

Le cappelle laterali ospitano diverse opere d’arte di notevole interesse. La prima cappella, dedicata al Crocefisso, conserva un altare e balaustre in marmo del primo Settecento. Nella seconda cappella, dedicata all’Addolorata, è sepolto il governatore Hurtado de Mendoza. La terza cappella contiene una collezione unica di nove teche di vetro con composizioni in cera policroma, risalenti al tardo Seicento e attribuite a un ignoto artista napoletano.

Sul lato destro della chiesa si trova un dipinto di Giovan Battista Crespi, detto il Cerano, raffigurante San Francesco d’Assisi e San Gregorio Magno, una delle più importanti testimonianze della pittura lombarda del XVII secolo a Lecco.

Il Convento dei Cappuccini

Il convento, soppresso nel 1810, si sviluppava originariamente attorno a un ampio cortile quadrato, ancora oggi visibile. Sebbene le strutture interne abbiano subito varie alterazioni e siano state in gran parte convertite ad uso privato, alcuni spazi originali sono stati recuperati e resi visitabili agli inizi del XXI secolo. Tra questi, spiccano il pozzo e il chiostro, noto come Loggiato delle Noci, citato nel romanzo manzoniano.

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