Chiesa di San Giovanni Battista e Beata Maria Vergine Assunta

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Chiesa di San Giovanni Battista e Beata Maria Vergine Assunta

PIAZZA S.GIOVANNI, 5, 24011 ALME’ BG

Orari Messe

  • Lunedì-Venerdì:
  • Sabato:
  • Domenica e Festivi:

Info

Le prime testimonianze di un luogo sacro ad Almè risalgono addirittura al IX secolo, quando una cappella dedicata a San Michele Arcangelo viene menzionata in un atto di permuta datato 867, firmato dal vescovo Garibaldo. Questo antico edificio, citato dallo storico Mario Lupi, sorgeva come presidio religioso e simbolo di protezione celeste lungo un territorio ancora segnato dalla memoria romana.

Nei secoli successivi, la chiesa entrò sotto il giuspatronato dei potenti conti Ghisalbertini di Bergamo, gli stessi che fondarono il monastero di San Paolo d’Argon, poi donato all’abbazia di Cluny nel 1079. Con la crescita di Almè e l’espansione delle istituzioni religiose bergamasche, nel 1113 la chiesa fu elevata a pieve urbana, entrando nella sfera della diocesi alessandrina di Bergamo.

Una tappa fondamentale nella storia dell’edificio si consumò nel 1174, quando, dopo una lunga disputa con il capitolo di Bergamo, il vescovo Guala concesse alla chiesa di San Michele il diritto di battezzare, segno tangibile dell’importanza acquisita dal luogo di culto nella vita della comunità.

Parallelamente, nel 1169, fu intitolata una seconda cappella nel borgo, dedicata alla Beata Maria Vergine, diventata parrocchia autonoma. Le due chiese coesisteranno per secoli, a testimonianza delle stratificazioni di fede che caratterizzarono Almè fino al Basso Medioevo.

Durante la visita pastorale di San Carlo Borromeo del 1575, la chiesa venne censita come soggetta all’arcidiacono della scuola di San Vincenzo, mentre nel 1666 fu inserita nel “Sommario delle chiese di Bergamo”, con la titolazione alla Beatissima Vergine Maria. Con il passare dei secoli, l’antico edificio andò incontro a un progressivo deterioramento.

Alla metà del Novecento, il parroco don Marconi denunciò le condizioni precarie della struttura e avviò una raccolta fondi per la sua ristrutturazione. Tuttavia, la difficile situazione economica e le ferite della guerra fecero propendere il nuovo parroco, don Abele Iseni, per la costruzione di una nuova chiesa, ritenendo eccessivamente oneroso il restauro dell’edificio storico.

Nel dopoguerra, sotto la direzione degli ingegneri Mazzoleni e Angelucci, prese forma il nuovo edificio di culto. I lavori, interrotti a causa delle difficoltà belliche, ripresero con vigore e portarono, nel 1956, alla consacrazione della nuova chiesa da parte del vescovo Giuseppe Piazzi. Nello stesso momento, venne ufficialmente soppressa l’antica chiesa di San Michele, sancendo una svolta storica e urbanistica per Almè.

La nuova chiesa fu dedicata a San Giovanni Battista e alla Beata Maria Vergine Assunta, integrando in un’unica struttura le due antiche devozioni locali. Per rafforzare il legame spirituale con la tradizione, furono deposte sotto l’altare maggiore le reliquie dei santi Giovanni Battista, Alessandro di Bergamo, Fermo, Rustico e papa Pio X.

Il nuovo edificio presenta un impianto architettonico sobrio e funzionale, in linea con il razionalismo ecclesiastico del secondo dopoguerra. La facciata, rivolta a nord, si apre su un ampio piazzale, anticipata da una gradinata che conduce agli ingressi collocati in una profonda parete sfondato, dominata da tre grandi finestre suddivise da cordoli verticali. Il tetto a spioventi culmina con una croce in pietra, simbolo di protezione e continuità della fede.

L’interno, a pianta rettangolare, è scandito da nove lesene laterali intonacate che sorreggono un soffitto piano con travi in calcestruzzo a vista. Cinque grandi finestre per lato inondano di luce naturale l’aula, creando un ambiente raccolto ma luminoso.

Il transetto, con tre archi di cui quello centrale di dimensioni maggiori, introduce alla zona presbiteriale rialzata, accessibile tramite cinque gradini. Ai lati, si aprono due cappelle dedicate rispettivamente al Sacro Cuore e a Maria Bambina.

Di particolare pregio è l’altare maggiore in stile neoclassico, vero fulcro simbolico e liturgico dell’edificio. Sulle pareti spicca la monumentale Via Crucis in rame, realizzata nel 1962 dall’artista Luigi Guerinoni, che arricchisce l’ambiente con la sua forza espressiva contemporanea.

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